La clemenza di Tito

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Opera inaugurale

Per la serata inaugurale di giovedì 20 novembre 2025 è richiesto abito da sera (black tie)

 

La clemenza di Tito – Wolfgang Amadeus Mozart |  Opera

con sopratitoli in italiano e in inglese

 

 

Trama

La vicenda si svolge a Roma, nel 79, poco dopo l'eruzione del Vesuvio.

 

Atto I

Vitellia, figlia dell'imperatore Vitellio, riceve la visita di Sesto, suo amante ed esecutore materiale di una congiura: la donna mira ad uccidere Tito, per completare la vendetta del padre (il padre di Tito, Vespasiano, ha spodestato il padre di lei) e di sé stessa (Tito ha abbandonato Vitellia in favore della principessa Berenice). Sesto, amico intimo dell'imperatore, esita, ma per amore di Vitellia si prepara ad organizzare il colpo, aiutato dal congiurato Lentulo (Come ti piace, imponi). Arriva Annio, amico di Sesto e intimo dell'imperatore, che comunica una notizia straordinaria: per ragion di stato Tito ha allontanato da sé Berenice. Vitellia, sperando di tornare a godere del favore di Tito, impone a Sesto di sospendere la congiura (Deh, se piacer mi vuoi)
Nel Foro romano, un coro omaggia le virtù dell'imperatore (Serbate, o Dèi custodi): il prefetto Publio ed Annio gli comunicano la decisione del Senato di edificare un tempio in suo onore con i tributi delle province. Tito ringrazia, ma preferisce usare le tasse in favore delle popolazioni colpite dalla recente eruzione del Vesuvio, causando nuova ammirazione da parte del popolo adorante. Rimasto solo con Sesto e Annio, l'imperatore sfoga il suo dolore per la perdita di Berenice, e comunica ai due confidenti di voler sposare una nobildonna romana. La scelta ricade su Servilia, sorella di Sesto e amata da Annio: Sesto cerca di difendere la causa dell'amico, ma Annio, addolorato, rinuncia all'amore ed approva la scelta dell'imperatore. Tito quindi lo incarica di comunicare egli stesso la notizia a Servilia (Del più sublime soglio).
Servilia, ricevuta da Annio la notizia, non vuole rinunciare alla loro relazione (Ah, perdona al primo affetto) e si reca dall'imperatore per rivelargli la verità: Tito, stupito e commosso dal nobile cuore della donna, rinuncia al loro matrimonio (Ah, se fosse intorno al trono). Tale notizia però non giunge alle orecchie di Vitellia, che, offesa e furibonda, prima si scaglia contro l'innocente Servilia, poi sprona l'impacciato Sesto a vendicarla (Parto, ma tu, ben mio). Appena partito Sesto, tuttavia, Publio ed Annio comunicano a Vitellia la decisione di Tito di sposarla: Vitellia non riesce a simulare la propria agitazione, e parte alla ricerca di Sesto (Vengo, aspettate!).
Sesto, diviso tra l'amore per Vitellia e la fedeltà verso Tito, entra nel Campidoglio già invaso dalle fiamme di un incendio. Mentre gli altri personaggi si aggirano confusi e spaventati per la scena (Deh, conservate oh Dei), Vitellia ritrova Sesto, che comunica la morte dell'imperatore e, sconvolto, fa per rivelare la sua colpevolezza, ma viene messo a tacere dalla donna. L'atto si conclude con il lamento generale per l'orribile tradimento (Ah, dunque l'astro è spento).

 

Atto II

Annio informa Sesto che l'imperatore non è morto ed è sopravvissuto alla congiura: Sesto esulta, ma si domanda chi allora abbia colpito, nel Campidoglio. Di fronte al turbamento di Sesto, Annio viene a sapere la verità, e, sconvolto, gli consiglia di tornare subito al cospetto dell'imperatore per non destare sospetti (Torna di Tito a lato). Partito Annio, Vitellia esorta Sesto a fuggire per la sicurezza di entrambi, ma arriva Publio con l'ordine di arrestarlo: la trama è stata rivelata dal congiurato Lentulo, che, orgoglioso per la buona riuscita del piano, si era cinto del diadema e del manto regale, ed era stato colpito da Sesto, convinto che egli fosse Tito. Sesto parte tra le guardie, lasciando Vitellia in preda al rimorso (Se al volto mai ti senti).
La corte rende grazie per la salvezza dell'imperatore, il quale, addolorato e sconvolto, riceve le prove dell'interrogatorio di Lentulo e della complicità di Sesto alla congiura. Sconvolto per l'amicizia tradita e per l'orribile delitto di lesa maestà (Che orror! Che tradimento!), Tito ordina che Sesto venga condotto a lui per interrogarlo: dopo l'iniziale turbamento (Quello di Tito è il volto), l'imperatore cerca di comprendere le ragioni che hanno portato a tanto il suo migliore amico. Sesto tace, per difendere Vitellia, ed invoca la morte (Deh, per questo istante solo). Tito, furibondo, rinuncia tuttavia ai propositi di vendetta e giustizia, e decide di risparmiare l'amico: finge tuttavia con Publio e la corte di volerlo condannare a morte, solo per graziarlo di fronte a tutti (Se all'impero, amici Dèi).
Annio e Servilia comunicano a Vitellia la notizia della condanna: i due scongiurano la futura imperatrice ad intercedere presso Tito per la grazia di Sesto. Vitellia esita, causando l'ira di Servilia (S'altro che lagrime), ma, commossa dall'amore di Sesto, che mai ha fatto il suo nome, decide di rinunciare al trono (Ecco il punto, o Vitellia... Non più di fiori). La donna arriva precipitosa nell'anfiteatro, e interrompe la cerimonia (Che del ciel, che degli dèi) per smascherarsi. Di fronte all'inaspettata colpevolezza di Vitellia, Tito non rinuncia a fare mostra di clemenza, perdonandola e ridonando libertà a Sesto e ai congiurati. L'opera si conclude con un'acclamazione universale alla bontà dell'imperatore (Tu, è ver, m'assolvi, Augusto).

Programma e cast

Direttore: Ivor Bolton
Regia: Paul Curran

 

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro: Alfonso Caiani
Allestimento del Teatro La Fenice

 

I ruoli mancanti sono in corso di definizione e saranno pubblicati a breve

Teatro La Fenice

Fondato nel 1792, il Teatro La Fenice è stato nell’Ottocento sede di numerose prime assolute di opere di Rossini (Tancredi, Sigismondo,Semiramide), Bellini (I Capuleti e i Montecchi,Beatrice di Tenda), Donizetti (Belisario, Pia de’ Tolomei, Maria de Rudenz), Verdi (Ernani, Attila,Rigoletto, La traviata, Simon Boccanegra). 



Anche nell’ultimo secolo grande è stata l’attenzione alla produzione contemporanea, con prime mondiali quali The Rake’s Progress di Stravinskij, The Turn of the Screw di Britten, L’angelo di fuoco di Prokofiev, Intolleranza di Nono, Hyperion di Maderna e recentemente Entführung im Konzertsaaldi Kagel, Medea di Guarnieri, Signor Goldoni di Mosca, Il killer di parole di Ambrosini. 



Con una capienza di mille posti, un’ottima acustica (ulteriormente migliorata dopo la recente ricostruzione seguita al devastante incendio del 1996), un’orchestra e un coro stabili di 98 e 66 elementi, un ampio pubblico internazionale che si aggiunge all’assiduo pubblico locale, la Fenice si pone tuttora come centro produttivo di primaria importanza, con più di cento recite d’opera all’anno, un’importante stagione sinfonica affidata a direttori di calibro internazionale (ricordiamo le frequenti collaborazioni con Myung-Whun Chung, Riccardo Chailly, Jeffrey Tate, Vladimir Temirkanov, Dmitrij Kitajenko, i cicli integrali delle sinfonie di Beethoven, Schumann, Brahms, Mahler e l’attenzione al repertorio contemporaneo, in particolare veneziano, con Nono e Maderna), spettacoli di balletto e concerti di musica da camera. 



La sala, di proprietà del Comune di Venezia, è gestita dalla Fondazione Teatro La Fenice, un ente di diritto privato che conta tra i suoi soci lo Stato italiano, la Regione del Veneto, il Comune di Venezia e numerosi soggetti pubblici e privati, che utilizza per le sue attività anche il Teatro Malibran, ex Teatro di San Giovanni Grisostomo, attivo dal 1678. 


Sovrintendente della Fondazione è attualmente Cristiano Chiarot, direttore artistico Fortunato Ortombina, direttore musicale principale Diego Matheuz, maestro del coro Claudio Marino Moretti.

 

Trasporti

vaporetto 
dal Tronchetto - linea 2 
direzione Rialto, San Marco e Lido 

da Piazzale Roma e dalla Stazione dei treni ‘Santa Lucia’- linea 1 o linea 2 
direzione Rialto, San Marco e Lido 

se sei sulla linea 1, scendi a Rialto; Sant’Angelo, San Samuele o San Marco (Vallaresso) s
e sei sulla linea 2, scendi a Rialto o San Marco (Vallaresso) 


dall’Aeroporto ‘Marco Polo’ di Venezia - servizio pubblico Alilaguna
se sei sulla ‘linea arancio’, scendi a Rialto 
se sei sulla ‘linea blu’, scendi a San Marco (Vallaresso)

 

Parcheggi

Ricordiamo che a Venezia si può arrivare con l’auto ma che in città non viene consentito il transito di auto, biciclette e motorini. 

 

Entrate 

ci sono due differenti tipologie di entrate: 
- l’entrata degli artisti con servizio di portineria, riservata al personale dipendente e agli artisti stessi; 
- l’entrata principale dalla quale hanno accesso il pubblico pagante


Ascensori 

Palchi, Galleria e Loggione si possono raggiungere con gli ascensori

Accesso per i disabili 

Il Teatro è accessibile secondo normativa. 

Ufficio stampa Teatro La Fenice
© Michele Crosera
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